ROMA, 26 Febbaio 2007 - Sembra essere iniziata la fase ‘discendente’ dell’epidemia influenzale 2007. Un’epidemia che, in ogni caso, sottolineano gli esperti, non ha colpito come ci si aspettava, registrando incidenze relativamente basse rispetto agli anni scorsi. Ma per ‘cantar vittoria’ bisognerà attendere ancora due o tre settimane, periodo ‘a rischio’ di nuovi, imprevisti picchi. “La massima incidenza - ha spiegato Stefania Salmaso, responsabile del Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto superiore di Sanità - sembra al momento quella toccata la scorsa settimana, con 8 casi per 1000 abitanti”. Naturalmente, i più colpiti sono come al solito i bambini tra zero e quattro anni, “meno immunizzati rispetto alla popolazione adulta, una gran percentuale della quale - spiega Salmaso - ha già fatto il vaccino preventivo negli anni scorsi”. Tra i più piccoli, infatti, l’incidenza massima ha fatto registrare 23 casi per 1000 contro, ad esempio, i 3 casi per 1000 tra gli anziani. L’epidemia, ha sottolineato l’esperta, sembra ora essere entrata in una fase di ‘stabilizzazione’ e va verso l’esaurimento, “ma prima di poter dichiarare conclusa questa stagione influenzale, è necessario attendere ancora due-tre settimane anche se, da adesso in poi, è prevedibile un calo del numero dei casi”. Ad ogni modo, la stagione 2007 non sarà certamente ricordata come una delle peggiori: l'incidenza non è stata infatti elevatissima, se si pensa che in anni come il 2000, il 2003 e il 2005 il tasso di casi è stato doppio, con oltre 13 casi per 1000 abitanti. Pericolo influenza quasi scampato, dunque, ma l’epidemiologa mette in guardia dalle famigerate ‘ricadute’, fenomeno frequente in questi giorni soprattutto tra i bambini: “L’aver acquisito la sindrome influenzale - ha rilevato - lascia i soggetti, in testa proprio i bambini, maggiormente suscettibili anche rispetto ad altri tipi di infezioni. Quelle che vengono definite ‘ricadute’ sono, in realtà, infezioni dovute ad altri agenti, mentre è improbabile essere colpiti per una seconda volta da una sindrome influenzale dovuta allo stesso virus”. Il consiglio? “E' sempre lo stesso - conclude l’epidemiologa - e cioè quello di tenere i piccoli più riguardati proprio per questo stato di maggiore suscettibilità alle infezioni, il che significa attenzione ai colpi d'aria o agli ambienti troppo affollati e quindi veicolo per la trasmissione dei virus”.
Home Notizie Comunicati Stampa Anno 2007 26 Febbraio 2007. INFLUENZA: passato picco epidemia ma 2 setttimane a rischio
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