CURE PALLIATIVE A CASA: IL 60% DEGLI ITALIANI NON HA SERVIZI DEDICATI
IL MEDICO DI FAMIGLIA È IL SOLO RIFERIMENTO PER 6 MILIONI DI PERSONE
Gli esperti: "Sono necessari più infermieri e organizzazione: con una rete efficiente possono bastare 8 euro l’anno procapite per garantirle ad ogni paziente”. Buono il livello dove opera personale specifico
Le cure palliative rappresentano da tempo una priorità per i medici di medicina generale che già nel 2008 avevano condotto al proprio interno un’indagine per verificare il livello di sensibilità e competenze: "Il 93% di noi è pronto a gestire il paziente terminale a casa, ma chiede di poter essere aiutato da un’equipe formata – afferma il dr. Claudio Cricelli, presidente nazionale SIMG – buone le conoscenze anche sul fronte farmaci: il 92% sa che non vi sono limiti alla dose massima di morfina, un importante indicatore di appropriatezza. Esistono però ambiti di miglioramento, ad esempio sul livello di prescrizione degli oppiacei, che in Italia è ancora troppo basso. Per questo, anche in questo nostro congresso nazionale dedichiamo così ampio spazio a questo tema”. Un impegno che vede una stretta collaborazione con le altre figure di riferimento: "Lo scorso anno palliativisti, infermieri e medici di medicina generale hanno firmato un documento di consenso – aggiunge Scaccabarozzi -. Dieci enunciati che affermano, tra l'altro, il valore e l'importanza dell'équipe multidisciplinare e multi professionale, riconoscendo la necessità che la responsabilità clinica sia definita dal piano assistenziale individuale. Questa collaborazione, ormai una realtà concreta in molti contesti regionali, si rafforzerà di certo grazie ai decreti relativi alla legge 38 che ha come punto di riferimento a cui guardare la centralità del malato e della sua famiglia”. Ad oggi, il 60% dei decessi avviene in una corsia di ospedale per acuti e molti di loro ogni anno sono malati terminali. "Attenendosi ai dati risulterebbe che nel 59% delle Asl è attiva una rete di cure palliative, ma, purtroppo, sappiamo che la realtà italiana non è ancora a un livello così alto – spiega Zaninetta -. Dunque occorre fare chiarezza sui termini definendo nei fatti che cosa si intenda con questo termine. Questa ricerca è un ottimo punto di partenza per riuscirci”. "Un documento che – conclude Moirano - mi sembra particolarmente utile in questo momento, in cui è in fase avanzata la discussione sul provvedimento di definizione dei Livelli essenziali di assistenza, che tratta anche delle "cure palliative domiciliari alle persone in fase terminale della vita”.
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