Firenze, 29 novembre 2001 - Teleconsulti, trasmissione di immagini e di referti in banda larga, diagnosi e controlli attraverso il computer palmare: la rivoluzione digitale entra in ambulatorio e apre prospettive e scenari tuttora inimmaginabili per la medicina di famiglia italiana. Il vecchio gabinetto medico diventa preistoria e sta per lasciare spazio ad un più moderno cyberstudio, dotato di tutti gli strumenti in grado di portare l’intero scibile scientifico sul pc, di far colloquiare in video il medico di famiglia sia con i suoi assistiti sia con i più prestigiosi specialisti. Nell’arco di un decennio, quella che viene definita la miniaturizzazione della tecnologia, con la messa a punto di apparecchiature sempre più sofisticate e facilmente accessibili, farà diventare realtà quotidiana un mondo fino a ieri assolutamente fantascientifico. Una rivoluzione questa ormai inarrestabile, che porterà sicuramente dei grandissimi vantaggi alla sanità, ma che ha anche assoluto bisogno di essere governata per evitare pericoli e storture. Di tutto questo, delle conoscenze e della tecnologia al servizio del medico e del paziente – si parlerà al XVIII Congresso Nazionale della SIMG, in programma al Centro Internazionale Congressi di Firenze da oggi a sabato 1 dicembre, e il cui titolo è proprio “Mai più soli”.Un titolo che, come spiega Ovidio Brignoli, vice presidente della Società, ha un doppio significato: “in primo luogo un’apertura al dialogo e al confronto con gli altri specialisti, che significa l’abbandono dell’idea di una medicina generale ‘protagonista’ per entrare in una logica di condivisione delle cure. In secondo luogo – aggiunge Brignoli – il Mai più soli di oggi è la conseguenza diretta di un percorso iniziato anni fa dalla SIMG con la costruzione di un network di medici, la rete Millenet, che ci ha di fatto tolti dall’isolamento. I medici sanno molte cose ma ne ricordano poche: la medicina nell’era del byte non ha più bisogno di una cultura smisurata, ma di avere a disposizione la cultura necessaria per il problema di quel singolo paziente. Ed è qui che Millenet, la ‘rete’, il ‘network’, supporta il medico”.
L’avvento di questa globalizzazione delle informazioni sta cambiando anche il rapporto con il paziente. “Un paziente – spiega Giorgio Monti, segretario nazionale della SIMG – che oggi occupa il centro del sistema e che grazie alla tecnologia può soddisfare appieno la sua sete di informazioni. Internet consente già oggi di avere consulenze mediche, di accedere direttamente alle strutture sanitarie, di ordinare farmaci, ottenere diete personalizzate, fare prenotazioni per indagini diagnostiche e terapeutiche, informarsi nelle biblioteche mediche sulle proprie patologie. Quello che iniziamo a vedere è dunque un paziente che attinge da questa massa di notizie e che si presenta alla struttura con richieste e aspettative ben precise. E se da un lato ciò è sintomo di crescita culturale, dall’altro non bisogna sottovalutare che il cittadino non ha le conoscenze per poter pesare le notizie che recepisce sul web. Compito della medicina generale è quindi di farsi trovare pronta al passaggio da una realtà che potremmo definire off line ad una on line, cogliendo le opportunità che offre l’era digitale, ma soprattutto ritagliandosi un ruolo di driver del sistema. Nello stesso tempo – auspica Monti - il mondo di Internet deve iniziare a porsi il problema di certificare i siti per garantire la correttezza di quello che viene messo in linea”. Ormai il limite tecnologico della trasmissione di immagini e di referti è superato, per cui quando (entro breve) saranno pronte le connessioni, ci sarà un’esplosione di iniziative di questo genere: teleconsulti, teleformazione, teletrasmissione. Proiezioni nemmeno troppo azzardate ci dicono che fra una decina d’anni in America il 30% delle visite ambulatoriali si farà tramite canali digitali telematici. E visto la crescita in parallelo è lecito pensare che anche per l’Europa i tempi saranno gli stessi. Del resto in Inghilterra sono già attivi portali che danno risposte sanitarie ai pazienti. Così in Italia, dove le stesse Asl hanno spesso un sito web attraverso il quale hanno aperto una finestra di dialogo sia con i medici che con i pazienti. |
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