Claudio Cricelli (presidente SIMG): “Il cittadino potrà avere servizi e assistenza che le attuali strutture non riescono a garantire”
Firenze, 29 settembre 2008 – “Ai cittadini va garantita una nuova assistenza sanitaria di tipo non ospedaliero. E la medicina del territorio potrà soddisfare le necessità determinate dalla chiusura di alcuni presidi ospedalieri”. Lo afferma Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), intervenendo nel dibattito sulla chiusura di tre strutture storiche della capitale: San Giacomo, Forlanini e Nuovo Regina Margherita. “I medici di famiglia, gli specialisti e gli infermieri – spiega il dott. Cricelli - collaborino per costituire immediatamente unità territoriali di cure primarie. La chiusura dei piccoli ospedali rappresenta infatti una opportunità: possono essere trasformati in efficienti presidi di assistenza primaria, in grado di offrire servizi e assistenza che oggi gli ospedali non riescono a garantire. In particolare nelle aree metropolitane e nei centri storici, che tradizionalmente sono carenti di medici di famiglia e di assistenza sul territorio, è necessario creare, al posto dell’ospedale, un presidio di cure primarie. Il personale, attualmente impiegato negli ospedali, indirizzato verso le cure del territorio garantendo così un servizio che, nelle aree metropolitane e nei centri cittadini, attualmente non esiste”. “Il territorio – conclude il dott. Cricelli - va affidato alle cure primarie, meno intense e meno complesse, ma non per questo meno complicate. In questo modo possono essere riconvertite strutture che altrimenti verrebbero abbandonate e gli operatori sanitari, medici di famiglia e specialisti, potranno integrarsi e collaborare in una visione innovativa rispetto al passato. A tutto vantaggio del cittadino, che potrà usufruire di un’offerta di servizi attualmente inesistente”.