Praticherà la medicina d'iniziativa, farà governo clinico, sarà collegato in rete con il servizio sanitario regionale e, nel caso in cui eserciti in singolo, invierà i pazienti all'Uccp della sua Aggregazione funzionale (le Aft della nuova Convenzione) per le prestazioni di media o bassa complessità. E sarà retribuito in base a un sistema di “pay for performance” direttamente ispirato al modello britannico.
È il ritratto del medico di famiglia di domani secondo la SIMG, che sabato a Firenze ha chiuso il suo 26° Congresso nazionale. Un dipinto che coniuga le novità dell'Acn con i progetti sui quali è da tempo al lavoro società scientifica. «Siamo tra i pochi ad aver sempre realizzato tutto ciò che abbiamo promesso» ha rivendicato con orgoglio il presidente della SIMG, Claudio Cricelli, nella conferenza stampa che ha inaugurato l'appuntamento congressuale.
Tra gli esempi virtuosi citati da Cricelli c'è Sissi (Simulazione per la spesa sanitaria italiana), lo studio sulle dinamiche della spesa pubblica avviato in collaborazione con l'università di Tor Vergata: dai dati clinici e prescrittivi forniti dai medici della Simg gli esperti dell'ateneo stanno svelando dinamiche e ragioni della spesa per le principali patologie croniche. «Grazie a questo sforzo» è il commento di Cricelli «la Mg è la prima professione del Ssn realmente valutabile».
Due concetti cari alla SIMGcome clinical governance e accountability delle Cure primarie trova spazio anche MilleGPG (General practice governance), il gestionale di nuova generazione sviluppato da Millennium in collaborazione con un team di lavoro della società scientifica. Il software, infatti, mette a disposizione del Mmg una serie di “cruscotti” e di indicatori destinati a supportarlo nella verifica della sua attività rispetto alle linee guida e agli standard più diffusi.
Quanto alle risorse per la riorganizzazione, Monti auspica una revisione dell'abituale sistema di remunerazione: «Si deve andare verso un sistema all'inglese che retribuisca la qualità della performance. Si potrebbe pensare, per esempio, a un modello misto basato sul “pay for performance” per i medic i in rete e su una remunerazione “tipo drg” per le Uccp.
I soldi? Se si facesse in modo che i risparmi assicurati dalla riorganizzazione dei territorio rimanessero nelle Cure primarie, le risorse ci sarebbero».