Rivista
SIMG (www.simg.it)
Febbraio
1998
Di Bella: Illusione
o sconfitta della scienza?
G. Belleri Medico
Generale - Brescia
Lalternarsi di notizie e di colpi di
scena in quello che è ormai un "caso" socio-politico e scientifico - mi
riferisco alla vicenda della terapia anticancro del prof. Di Bella - rischia di vanificare
la portata di qualsiasi commento. Tuttavia, accostandosi alle successive considerazioni
con un pizzico di beneficio dinventario, si possono delineare tre scenari futuri
alternativi, che solo il futuro potrà confermare o smentire:
La cura Di Bella è scientificamente
efficace nella cura di molte neoplasie maligne.
Il metodo, dopo la verifica di ricerche
cliniche controllate, non dimostra una superiorità rispetto alle cure convenzionali
(chemio e/o radioterapia).
Il metodo Di Bella migliora la
sopravvivenza e la qualità della vita dei malati solo in alcune forme neoplastiche.
Personalmente, per una idiosincrasia verso
le soluzioni definitive, propenderei per questultimo esito: in pratica un risicato e
incerto pareggio tra Di Bella e scienza "ufficiale".
Proviamo ad immaginare la portata e gli
effetti dei primi due scenari.
La prima ipotesi è quella
"rivoluzionaria", sia nel senso attribuito a tale termine dal filosofo della
scienza Thomas Kuhn sia per gli effetti pratici che potrebbe comportare. Che il tumore,
come quasi tutta la patologia degenerativa, sia un rompicapo teorico/pratico per la
scienza medica mi pare un dato di fatto, nonostante le "magnifiche sorti e
progressive" e le statistiche che assegnano chance di sopravvivenza inimmaginabili
trentanni fa. La "vittoria" del metodo Di Bella potrebbe segnare il
declino di una certa medicina "normale", anche se appare abbastanza improbabile
che le ricerche "domestiche" di un fisiologo possano cancellare dun sol
colpo decenni di ricerca. Daltra parte la scienza autentica, a differenza di quella
condizionata da interessi estranei alla ricerca, è sempre stata sovversiva, esattamente
come lo sono le rivoluzioni politiche: entrambe lasciano sul terreno morti, feriti e
spesso macerie (ovviamente in senso metaforico, per quanto riguarda la scienza!). Non
sarebbe la prima volta che una scoperta butta allaria equilibri consolidati, ed anzi
cè da augurarsi che in futuro si assista solo a queste salutari rivoluzioni: già
in passato pericolosi sovversivi come Galileo, Semmelweis o Koch non avevano superato il
giudizio sui "presupposti scientifici" delle loro scoperte, emesso dalle
"commissioni" dellepoca (Santa Inquisizione o Imperiale Accademia). Se mai
il Professore modenese ha il torto di non aver saputo (o voluto) applicare a sé stesso la
propensione eversiva - anzi autosovversiva - dellautentica pratica scientifica,
cioè di non essere stato capace di mettere in discussione la propria cura, sottoponendo
alla falsificazione del campione di controllo i risultati aneddotici vantati. (Le sue
ultime dichiarazioni sembrano confermare una certa allergia verso il metodo degli studi
controllati, e delegittimano di fatto i protocolli da lui stesso sottoscritti poche
settimane fa). Una lunga sopravvivenza per pazienti "condannati" o una insperata
qualità di vita, grazie alla somatostatina, potrebbero al limite comportare
lestinzione di certa big medicine con annessi progetti faraonici, "templi"
della ricerca e carriere. Sarebbe insomma la rivincita della ricerca povera sul Golia
dellapparato scientifico-industrial- burocratico, proiettato verso i futuri successi
della manipolazione genetica.
Il secondo scenario relegherebbe il
fisiologo modenese nella vasta collezione delle illusioni della farmacologia. Le attese
suscitate dalla cura "miracolosa" sarebbero così spente dalle prove, come è
accaduto con lopaco esito di vicende simili, dallUROD allUK 101. Insomma
niente di nuovo sotto il sole: pare che negli anni settanta in USA si sia verificato un
episodio del tutto simile al "caso" Di Bella. Le speranze deluse dalla Medicina
Ufficiale e momentaneamente rifluite sulla somatostatina - tanto da travolgere le
resistenze di un Ministro e di una commissione scientifica - tornerebbero a fluttuare alla
ricerca di una nuova meta "miracolosa" verso la quale incanalarsi
impetuosamente.
|