L'infusione continua sottocutanea (ICSC) nelle cure palliative
R. Finessi G. Martinelli Medici Generali - Ferrara
Il Neoplastico Terminale è
già stato definito come paziente affetto da neoplasia in fase avanzata, inguaribile,
insensibile alla terapia antitumorale con Karnofsky Performance Status < 40. Un
paziente in cui il dolore fisico, psichico e sociale si sommano in uno stato di sofferenza
globale, che può trovare una valida risposta solo nelle Cure Palliative.
Parte degli interventi propri delle Cure Palliative è volta al controllo dei sintomi
fisici del paziente ed in particolare del dolore, presente nel 71% dei casi. Esso è di
solito ben controllato in fase iniziale dallimpiego di un FANS, eventualmente
associato ad uno o più adiuvanti secondo le indicazioni dellOMS. Raramente però è
possibile stazionare al primo gradino della scala analgesica dellOMS per più di un
mese: prima o poi nel 70% dei casi si impone luso della morfina. In definitiva con
la terapia orale si arriva a controllare il sintomo per periodi estremamente lunghi in una
percentuale di pazienti che va dal 70% all80% a seconda degli autori.
Per diversi motivi pertanto, in una percentuale di pazienti che va dal 20% al 30%, non è,
o non è più possibile controllare il dolore con la somministrazione orale di morfina e
si impone un tentativo con la via parenterale, prima di passare a metodiche invasive.
Il problema fu empiricamente affrontato fin dagli anni Settanta negli Hospice del Regno
Unito, ove lICSC di analgesici oppioidi dimostrò non pochi vantaggi rispetto alle
altre vie di somministrazione parenterale. Divenne ben presto una consuetudine
terapeutica, anche per il controllo di altri importanti sintomi, in virtù del fatto che i
livelli ematici dei farmaci impiegati per ICSC sono equivalenti a quelli ottenibili per
infusione endovenosa continua, come fu successivamente dimostrato.
Russel per primo nel 1979 descrisse il metodo applicato negli Hospice del Regno Unito,
quindi furono pubblicati nel 1983 i primi casi degli Stati Uniti. Ventafridda e coll. nel
1986 per la prima volta illustrarono sistematicamente le indicazioni, i risultati e gli
effetti collaterali del metodo con la loro casistica italiana di 60 pazienti. Bruera nel
1988 confermò questi risultati col suo studio canadese su 108 casi.
Le Tabelle che seguiranno sono state tratte in gran parte da questi Lavori, con lintento
di offrire al Medico Generale gli elementi indispensabili per passare alla ICSC di farmaci
nella cura del Neoplastico Terminale, qualora le condizioni cliniche lo impongano.
Nellambito del Modello Organizzativo di Assistenza Domiciliare Integrata al
Neoplastico Terminale il Medico Generale assolve infatti la Funzione di Responsabile
Terapeutico, per cui dovrà essere in grado di svolgere correttamente i Compiti elencati
in Tabella 1, per una corretta applicazione dellICSC di farmaci.
Lo svolgimento di questi Compiti passa attraverso le Conoscenze e le Competenze elencate
in Tabella 2 e sistematicamente riprese in seguito.
Aspetti tecnici
La ICSC è tecnicamente
fattibile con luso di un infusore, apparecchio più o meno sofisticato ma semplice
nelluso, che permette la somministrazione di piccole dosi del farmaco nel sottocute
in modo continuo nel tempo. In commercio ne esistono di vari modelli ma sicuramente nellambito
dellassistenza domiciliare quello ideale deve avere le caratteristiche riassunte
nella Tabella 11 ed in particolare deve essere piccolo, facile ad usarsi
e poco costoso.
Esiste una serie di apparecchi che rispondono a queste caratteristiche e che comunemente
vengono chiamati microinfusori, che prenderemo in considerazione nella Tabella 12.
I syringe driver sono quelli che si adattano meglio allimpiego domiciliare, come
ampiamente dimostrato dallesperienza consolidata nel Regno Unito, e che pertanto
approfondiremo ulteriormente con la Tabella 13 e la Tabella 14.
Tabella 1.Compiti del Medico
Generale per la corretta applicazione dellICSC di farmaci al Neoplastico Terminale |
riconoscere le circostanze in
cui è corretto proporre lICSC di farmaci
spiegare al paziente ed alla famiglia il motivo per cui si propone lICSC di
farmaci, evidenziandone i vantaggi e richiedendone il consenso informato
decidere i farmaci o la miscela di farmaci da infondere
richiedere il Microinfusore alla caposala ed accordarsi con la stessa per la prima
applicazione
delegare la caposala per la gestione dellICSC di farmaci e per leducazione
dei familiari e volontari alluso del Microinfusore, che dovranno avvisare il medico
in caso di malfunzionamento o reazione locale
valutare periodicamente il corretto proseguimento dellICSC |
Tabella 2.Conoscenze e Competenze
necessarie per un corretto svolgimento dei Compiti inerenti la ICSC di farmaci al
Neoplastico Terminale |
conoscere le situazioni in
cui è indicata lICSC di farmaci
conoscere la farmacocinetica, farmacodinamica e farmacologia clinica dei farmaci
che possono essere somministrati per ICSC
conoscere il criterio di compatibilità per la miscela di farmaci
conoscere i fattori di conversione del dosaggio dei farmaci per passare dalla
somministrazione orale alla ICSC
conoscere ed avere la competenza di utilizzare il Microinfusore disponibile
conoscere i siti di posizionamento dellago sottocute e la sua gestione |
Tabella 3.Situazioni in cui è
indicata lICSC di morfina per il controllo del dolore |
inefficacia della
somministrazione orale
intolleranza alla morfina assunta per via orale
impossibilità allassunzione orale (nausea e vomito da varie etiologie come:
occlusione intestinale inoperabile, stato confusionale, fasi preagonica e agonica) |
Tabella 4.Situazioni
che impediscono lassunzione orale dei farmaci necessari per dominarle e farmaci che
a tale scopo possono essere vantaggiosamente utilizzati in ICSC (*) |
dolore, nausea e
vomito da occlusione intestinale inoperabile
sindrome dello stomaco schiacciato
nausea e vomito di altra etiologia
stato confusionale con agitazione
sindrome da ipertensione endocranica |
scopolamina, morfina,
aloperidolo, desametasone
metoclopramide
metoclopramide, aloperidolo
fenobarbitale, aloperidolo
desametasone, fenobarbitale |
(*) anche nelle fasi
preagonica e agonica |
Tabella 5.Situazioni che traggono
giovamento dellICSC di farmaci nellimpossibilità allassunzione orale
(*) |
convulsioni fenobarbitale
dolore da metastasi ossea desametasone
dispnea morfina
insonnia aloperidolo
infiammazione desametasone
singhiozzo serenase, metoclopramide
tosse (produttiva) morfina, desametasone, (scopolamina) |
(*) anche nelle fasi preagonica e
agonica |
Tabella 6.Fattori che influenzano
la diffusione dei farmaci nel sottocute |
Fisici
geometria dellarea esposta al depot del farmaco
volume della soluzione iniettata
concentrazione del farmaco
peso molecolare del farmaco
pH locale
miscela di farmaci Biologici
vascolarizzazione
età del paziente
movimento
Patologici
flogosi locali
malattie sistemiche |
Tabella 7.Farmaci
utilizzabili per ICSC, con confezioni e dosaggi giornalieri riportati in letteratura |
Molecola |
Specialità |
Confezioni |
Dosaggi |
Morfina cloridrato
Aloperidolo
Desametasone
Fenobarbital sodico
Scopolamina butilbromuro
Metoclopramide
Metadone |
Morfina cloridrato
Serenase
Haldol
Bioperidolo
Decadron fosfato
Megacort
Soldesam
Soldesam forte
Gardenale
Buscopan
Plasil
Clopan
Eptadone iniettabile |
10 mg, 1 ml,
2 mg, 2 ml, 5 f
5 mg, 2 ml, 5 f
5 mg, 1 ml, 5 f
2 mg, 2 ml, 5 f
4 mg, 1 ml, 1 fl
8 mg, 2 ml, 1 fl
4 mg, 1 ml, 3 f
4 mg, 1 ml, 3 f
8 mg, 2 ml, 1 f
100 mg, 1 ml, 6 f
20 mg, 1 ml, 6 f
10 mg, 2 ml, 5 f
10 mg, 2 ml, 5 f
10 mg, 1 ml, 5 f |
f 5-5000 mg
2-30 mg
2-24 mg
130 - 260 mg
60 - 120 mg
30 - 90 mg
|
Tabella 8.Rapporto
di equivalenza dose orale/dose sottocutanea |
desametasone 2 - 3
morfina 3
metadone 2 |
|
Tabella 10.Risultati
ICSC di morfina nel controllo del dolore |
efficacia
analgesica 70%
inefficacia analgesica 13%
rifiuto psicologico 17% |
Tabella 9.Associazioni di farmaci
per ICSC riportate in letteratura (*) |
morfina e metoclopramide
morfina ed aloperidolo
morfina e desametasone
morfina e butilbromuro di scopolamina |
(*) il criterio di compatibilità
per i diversi dosaggi è rappresentato dallassenza di precipitato nella miscela; in
presenza di precipitato rifare la miscela diluendo preventivamente con fisiologica |
Tabella 11.Fattori valutativi per
scegliere il modello di microinfusore ideale |
dimensioni
piccoli e poco ingombranti, possibilmente tascabili
peso
leggeri, possibilmente portatili anche appesi alla cintura
semplicità
facili da usare anche per i famigliari ed i volontari
autonomia
almeno di 12-24 ore
bolo extra
permette al paziente di autosomministrarsi una o più micro-dosi aggiuntive in caso di
crisi dolorosa e quindi di gestirsi autonomamente in caso di necessità
programmabilità dei parametri
velocità di infusione/durata autonomia sono i due parametri principali
allarmi
arresto infusione, blocco spingisiringa, pila scarica e uso del bolo extra
prezzo
basso, sia di acquisto che gestione e manutenzione |
Tabella 12.Tipi di microinfusori
in commercio |
pompe peristaltiche
apparecchi elettro-meccanici con sistema di controllo programmabile computerizzato preciso
e sicuro, con lunga autonomia; costano diversi milioni
infusori monouso a pressione
elastomeri ad alta capacità, con autonomia mediamente di una settimana; si basano sul
ritorno di un serbatoio elastico con una valvola che ne regola la velocità di flusso;
costano oltre L.100.000 e sono monouso
syringe driver
guida siringa elettromeccanici, con autonomia breve (12/24 ore circa) legata alla
capacità della siringa impiegata (da 10 a 20cc) il cui pistone viene sospinto da un
spingisiringa; semplici ad usarsi e richiedono poca manutenzione; costano L.
500.000-800.000 |
Tabella 13.Caratteristiche
tecniche della ICSC con syringe driver |
volume da iniettare
sottocute
è in rapporto alla quantità dei farmaci da iniettare ed alla loro diluizione,
condiziona la scelta della siringa da caricare
lunghezza corsa del pistone
varia in relazione alla capacità della siringa ed al volume da iniettare, va
misurata in mm e condiziona la scelta della velocità di infusione
velocità di infusione
dipende dalla dose di farmaci che si vuole iniettare e dalla autonomia che si
vuole ottenere
accensione del microinfusore
caricata la pila nellapposito alloggio si posiziona linterruttore per
laccensione che in genere viene segnalata con un allarme acustico e visivo (LED)
lampeggiante
boli extra
non sono programmabili e pertanto il paziente va educato alluso corretto di
tale tasto per evitare un sovradosaggio farmacologico ma anche un imprevisto esaurimento
del volume iniettabile
catetere o estensione o raccordo
lungo 100 - 150 cm per permettere ampi movimenti del microinfusore; va
preriempito con la soluzione da infondere e poi collegato saldamente al cono della siringa
ago
butterfly da 21-25 G |
Tabella 14.Fattori influenzanti
la scelta della sede di infissione dellago e la sua gestione |
decubito del paziente
rispettare il decubito preferito dal paziente e scegliere la sede nellemicorpo
opposto (torace, addome o coscia) in modo che lago non sia compresso
attività motorie
non ostacolare i movimenti degli arti e tener conto della deambulabilità del
paziente; la sede da preferire è laddome
lesione cutanee
vanno accuratamente evitate tutte le sedi con flogosi o comunque lesionate
alloggio del microinfusore
se il paziente è allettato si sceglieranno le sedi che diano meno ingombro
durante le cure igieniche, se deambula verranno scelte le sedi che permettano di legare il
microinfusore ad una cintura
gestione dellago
la sede va medicata quotidianamente e cambiata settimanalmente salvo fatti
irritativi |
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