Rivista
SIMG (www.simg.it)
Giugno
1998
Tossicodipendenze:
un ruolo possibile per il medico generale
O.Brignoli, M.Cioffi, G.Ventriglia
Medici Generali
Abstract |
Il Programma "il problema tossicodipendenze verso un ruolo possibile del Medico
Generale" ha messo in evidenza linteresse dei medici di famiglia nei confronti
delle tossicodipendenze pur in presenza di una piena consapevolezza delle difficoltà non
solo cliniche che si frappongono ad un loro coinvolgimento in un progetto assistenziale.
È emersa limportanza della formazione e dellaggiornamento teorico-pratico
permanente su tutti gli aspetti del problema tossicodipendenze (dagli aspetti relazionali
alle patologie correlate) e la necessità di giungere allintegrazione con le
strutture specialistiche di riferimento, definendo in modo preciso i rispettivi ruoli e
competenze.
In questo articolo vengono presentati i risultati emersi dallelaborazione di un
numeroso campione (1500) di questionari compilati dai medici partecipanti al progetto e
dedicati allanalisi dei molteplici aspetti (di opinioni personali, di vissuti
professionali, di problematiche etiche e comportamentali) della relazione "medico di
famiglia-tossicodipendenza". |
Introduzione |
Nel mese di marzo 1998 si è concluso il programma formativo dedicato ai Medici Generali
(m.g.) sul problema delle tossicodipendenze, voluto dal Ministero della Sanità e gestito
dalla Scuola Europea di Medicina Generale e dalla Società Italiana di Medicina Generale. Il programma, iniziato nel marzo 1996, si è sviluppato
attraverso una iniziale serie di sei Corsi Master durante i quali sono stati formati i
Medici Generali "formatori" i quali hanno successivamente realizzato, in
collaborazione con consulenti dei Sert locali specializzati nello specifico tema, 180
Corsi Periferici che hanno coinvolto 4500 Medici Generali distribuiti in modo capillare su
tutto il territorio nazionale.
Oltre al Corso, è stato realizzato e distribuito
- a tutti i Medici Generali italiani, oltre ai partecipanti ai Corsi - un Manuale dedicato
al problema tossicodipendenza. |
Presupposti ed obiettivi del programma |
Il progetto partiva dalla condivisione di alcune considerazioni preliminari: a) la tossicodipendenza, in tutte le sue manifestazioni,
costituisce di fatto un fenomeno che, coinvolgendo la sfera psicologica, affettiva,
relazionale e sociale del paziente, propone ai professionisti coinvolti problematiche ben
più complesse di quelle squisitamente biologiche e cliniche;
b) in questo complesso mondo anche il Medico
Generale - curante dei singoli e delle famiglie - può essere chiamato in qualche modo ad
intervenire, ma solo dopo aver colmato le lacune formative lasciate dal corso di studi
universitari che - nel migliore dei casi - hanno affrontato largomento solo dal
punto di vista farmacologico, senza preparare allapproccio con il tossicodipendente,
la famiglia, i servizi;
c) negli ultimi anni il problema è stato reso
ancor più complesso sia dalla moltiplicazione delle sostanze dabuso sia soprattutto
dai mutati modelli comportamentali dei tossicodipendenti, sicché accanto ai tradizionali
consumatori di eroina, cocaina e cannabinoidi sono comparsi coloro che ricorrono alle
"designers drug", sempre più difficili da riconoscere ed
"agganciare";
d) lepidemia di AIDS che in Italia si è
inizialmente sviluppata specialmente nel settore della tossicodipendenza, pone al medico
di famiglia numerosi e nuovi problemi anche nellambito della prevenzione primaria e
secondaria;
e) non sono ben identificabili le funzioni ed i
compiti professionali del Medico Generale nei confronti di questa categoria di ammalati,
in presenza - al contrario - di una diffusa tendenza a minimizzare se non ad ignorare del
tutto il problema, "scaricandolo" interamente sulle strutture specialistiche.
Di qui il "sottotitolo" del programma:
esiste un ruolo possibile del Medico Generale nei confronti dei suoi pazienti con problemi
di abuso o dipendenza? E in caso affermativo, quali compiti potrebbe egli realisticamente
svolgere?
Unapprofondita analisi del problema,
condotta nellambito delléquipe che ha preparato il progetto, medici di
famiglia e specialisti della materia (tossicologi, psicologi, farmacologi, internisti,
psichiatri, medici legali), ha concluso che tale ruolo era proponibile ed era esteso da un
iniziale riconoscimento di esistenza del problema "abuso" o
"tossicodipendenza" in un paziente, al tentativo di formazione di una relazione,
alla valutazione di primo livello (tesa ad esplorare tutti gli aspetti della situazione)
fino ad arrivare alla proposta ragionata di un successivo intervento specialistico fondato
da un lato sulla disponibilità del paziente, dallaltro sulle possibilità di
trattamento presenti nel territorio. Importante obiettivo collaterale delliniziativa
era la possibilità di incontro "operativo" tra Medico Generale e centri
specialistici per la definizione di eventuali interazioni e collaborazioni.
Il Corso ha consentito ai partecipanti di
affrontare in modo analitico i più importanti aspetti (clinici, etici, educativi,
preventivi) di questo delicato quanto difficile problema. I medici partecipanti hanno
dimostrato di aver colto lo spirito delliniziativa ed hanno espresso, nei
questionari finali anonimi di gradimento, un pieno consenso ai contenuti ed alla
metodologia del progetto formativo. |
Interesse
per un
coinvolgimento
attivo |
Lanalisi dei questionari anonimi distribuiti nei corsi ha fatto emergere - a
proposito del "ruolo possibile" alcune interessanti considerazioni: 1. il 79.8% dei medici coinvolti ha dichiarato di
volere/dovere svolgere un ruolo attivo nelle problematiche della tossicodipendenza: il
Programma ha dunque risposto ad una specifica esigenza formativa in questo ambito;
2. la "presa in carico" del paziente
tossicodipendente da parte dei Medici Generali necessita dellintegrazione con i
SERT, con una precisa definizione di ruoli e competenze. Il 78% dei medici ha dichiarato
infatti che i SERT non debbano farsi carico della totalità dei problemi dei
tossicodipendenti con la totale esclusione del Medico Generale; la maggioranza fra loro
ritiene poi che i compiti connessi con la prevenzione primaria e secondaria siano di
competenza più specifica del medico di famiglia mentre al SERT spetterebbe la gestione
degli aspetti più strettamente farmacologici dellassistenza.
Emerge dunque un certo interesse del medico di
famiglia (quantomeno nei 4500 coinvolti nelliniziativa e che rappresentano comunque
una quota di poco inferiore al 10% dellintera popolazione dei medici di famiglia
italiani) verso un maggior impegno nel campo delle tossicodipendenze. Un obiettivo di cui
il programma ha svolto a livello di presupporti "formativi" come premessa per
una successiva integrazione anche a livello operativo. |
I questionari
sullo "stato dellarte" del rapporto tra Medicina
Generale e problema tossico- dipendenza |
Il progetto prevedeva anche la compilazione, da parte dei medici invitati ai corsi e prima
del loro svolgimento, di un questionario riguardante i vari aspetti sia della relazione
esistente nei nostri giorni fra il Medico Generale ed il mondo della tossicodipendenza
(esperienza, opinioni e difficoltà operative), sia delliniziativa formativa nel suo
complesso (livello di motivazione, risposta ai bisogni formativi, impatto sulla
professione, competenze tecniche acquisite). Dopo la conclusione delliniziativa i questionari sono stati raccolti presso
la sede nazionale della SIMG ed i dati in essi contenuti sono stati aggregati ed elaborati
mediante procedure informatizzate (tabelle Excel, Query in Access, software dedicato
allinserimento ed alla valutazione dei dati). Lanalisi è stata effettuata su
1500 questionari.
Il "questionario preliminare"
comprendeva 21 domande ed era suddiviso in tre parti:
esperienze e vissuti (domande 1-13);
opinioni e consapevolezza (domande 14-17);
difficoltà e stimoli (domande 18-21). |
Considerazioni raccolte dai
medici partecipanti |
Età media: 44,4 anni (maschi: 74%). Si tratta dunque di medici nel "pieno"
dellattività e con la previsione di almeno altri 20 anni di vita professionale da
svolgere.
Sede dellattività professionale: 27% in comuni con meno di 10.000 abitanti, 16% in
comuni con 10.000-30.000 abitanti, 31% in comuni con 30.000-100.000 abitanti, 35% in
comuni con >100.000 abitanti (il totale supera il 100% in quanto erano possibili
risposte multiple per i medici che operano in più comuni). Interesse per il problema: i Medici Generali partecipanti
hanno dichiarato di voler approfondire le loro conoscenze sul tema e di voler prendersi
cura del paziente tossicodipendente come persona, nel rispetto quindi di un approccio
olistico che non trova ragione di essere limitato in presenza di problematiche quali la
tossicodipendenza, lAIDS o altre patologie correlate.
Prescrizione di stupefacenti nella terapia del
dolore: è emerso un atteggiamento molto "accorto" in questo tipo di
prescrizione che tende ad essere fatta per lo più su indicazione specialistica (41%). Il
70% circa ha dichiarato di aver fatto questo tipo di prescrizione in meno di 5
pazienti/anno. Riguardo ai fattori che possono aver influenzato negativamente questa
terapia, 1 medico su 3 riporta le "difficoltà connesse con il rispetto delle norme
vigenti sulla ricettazione e prescrizione" ed 1 Medico Generale su 4 il timore di
indurre dipendenza. Significativi altri tre dati: solo il 30% dei Medici Generali ha
dichiarato di tenere in borsa una fiala di Narcan, solo l11% la morfina in fiale e
solo il 7% la morfina ed il Narcan. Il corso ha dunque fornito lopportunità di
ribadire limportanza e la sicurezza di impiego dei farmaci oppioidi nel trattamento
del dolore, problema professionale rilevante e su cui in più occasioni la SIMG è entrata
con specifiche iniziative di tipo formativo. Resta peraltro il notevole
"deterrente" - denunciato in modo pressante anche in questi corsi -
rappresentato dalla vigente normativa sui registri "di carico e scarico" della
morfina ad uso del medico, elemento che andrebbe sicuramente modificato per renderlo meno
gravoso.
Atteggiamento personale verso il
tossicodipendente: è stato chiesto ai Medici Generali di scegliere una frase nella quale
si riconoscevano maggiormente. Ne è emerso che a fronte di un 10% che ha scelto "il
T.D. è un malato cronico inguaribile" e di un 5% che ha segnato "T.D. in cura =
tempo perso", un terzo ha preferito "il T.D. è un paziente impossibile, ma poi
vedo casi che mi fanno pensare il contrario" un 40% circa ha segnalato la propria
disponibilità ad assumersi responsabilità personali di tipo assistenziale (tra questi
una quota ha segnalato come lesperienza di assistenza al T.D. "meriti di essere
vissuta"!).
Definizione di tossicodipendenza: il 50% ha
scelto la definizione di "problema sociale", il 34% di "malattia", il
14% "devianza, vizio". Su questo delicato aspetto il Corso ha fornito
lopportunità di discutere sulla tossicodipendenza come "malattia
cronica", ponendo laccento sui rischi connessi con gli atteggiamenti orientati
al giudizio moralistico.
Efficacia dei vari interventi di cura: è stato
riconosciuto alla "comunità terapeutica" ed allintervento farmacologico
un ruolo importante nella risoluzione del problema (36% e 30% rispettivamente) a fronte di
un 22% per la psicoterapia e del 10% dellintervento a carattere socio-assistenziale.
Esperienza di situazioni urgenti (overdose):
esperienza vissuta personalmente dal 27% dei Medici Generali.
Esperienza di "sospetto" di avere di
fronte un soggetto T.D.: solo il 9% ha dichiarato di non aver mai avuto questo sospetto, a
fronte di un 14% che si è trovato in questa situazione "molte volte", orientato
in tali casi dagli atteggiamenti e dai comportamenti del paziente (60%), meno dai
familiari (20%).
Esperienza di contatto con un paziente T.D.
certo: il 68% riferisce di aver avuto questo tipo di dichiarazione da un suo paziente,
precisando peraltro di aver avuto limpressione (45%) che il fine ultimo fosse però
il tentativo di ottenere sostanze stupefacenti piuttosto che una vera richiesta di aiuto e
presa in cura da parte del medico di famiglia.
Richiesta incongrua di psicofarmaci: importante
si è rivelato (come del resto ci si aspettava!) il problema della richiesta incongrua di
psicofarmaci da parte del paziente T.D. sospetto o certo (segnalazione del 50% dei Medici
Generali): il Corso ha dedicato unattenzione rilevante a questo problema nei suoi
aspetti farmacologici, tossicologici, relazionali e medico-legali.
Ruolo del Medico Generale: l80% ha risposto
positivamente alla domanda "Pensi che il Medico Generale debba svolgere un ruolo
attivo nelle problematiche della tossicodipendenza?" ed 1 su 3 "riterrebbe
negativa" una legge che escludesse il Medico Generale dallassistenza al T.D.
Interessanti le risposte fornite alla domanda "Di fronte ad un paziente
tossicodipendente dichiarato che si è presentato (o qualora ciò accadesse in futuro)
come ti sei comportato (o ti comporteresti)?": poco meno del 60% "dà consigli
utili sulle strutture a cui rivolgersi", poco meno del 50% si pone lobiettivo
di instaurare una relazione medico-paziente ricercando strategie adeguate, il 30% circa
"invita il T.D. in trattamento presso un Sert a ritornare periodicamente",
mentre meno del 5% dichiara di rifiutare il problema e/o la presa in carico del paziente
con problemi di tossicodipendenza (ammesse risposte multiple).
Nettamente rifiutata (80% circa) lidea che le strutture specialistiche, ed in
particolare i SERT, possano prendersi carico della totalità del problema senza il
coinvolgimento del Medico Generale.
Compiti specifici del Medico Generale e del Sert:
richiesti di quantificare i rispettivi contributi in alcune aree assistenziali, i Medici
Generali hanno definito come rilevante per il Medico Generale la "individuazione
precoce di un paziente T.D. o sospetto tale" (score 7.4 su 10), la "prevenzione
delle patologie correlate" (score 6.2) ed il "supporto informativo e psicologico
al paziente ed alla famiglia" (score 5.8), preferendo la struttura specialistica
nella somministrazione del metadone (score 8.1/10) e nella "gestione delle
problematiche cliniche specifiche della tossicodipendenza" (score 6.1/10).
Interessante che il "controllo nel tempo del paziente" sia stato indicato come
da affidare ad una gestione integrata tra Medico Generale e struttura specialistica. Dalle
discussioni del Corso è peraltro emerso che questo aspetto, considerato molto importante
da tutti, preveda una precisa definizione dei rispettivi ruoli, attività e competenze.
Ostacoli ad un impegno del Medico Generale verso
i pazienti con T.D.: i Medici Generali hanno segnalato il grado di importanza di alcuni
elementi, a loro parere di impatto negativo per un "ingresso a pieno titolo" del
m.g. nel settore delle tossicodipendenze:
eccessivo carico professionale del Medico Generale (abbastanza/molto importante 56%
circa);
mancanza di personale paramedico (abbastanza/molto importante 67% circa);
difficoltà di collaborazione con le strutture specialistiche (abbastanza/molto importante
63% circa);
inadeguata preparazione tossicologica (abbastanza/molto importante 71% circa);
inadeguata preparazione giuridico organizzativa (abbastanza/molto importante 73% circa);
difficoltà burocratiche (abbastanza/molto importante 69% circa).
Segnalati come meno rilevanti i problemi organizzativi (mancanza di locali differenziati,
scarsità di tempo, ecc.) ovvero il timore di indurre fastidio/insoddisfazione negli altri
assistiti in ambulatorio: entrambi sono stati dichiarati "abbastanza/molto
importanti" dal 50% circa dei Medici Generali.
Formazione specifica: è stata espressa la
necessità di aggiornamento e formazione in tutte le aree - cliniche e non - correlate al
problema (medico scientifica, counselling, organizzazione del lavoro, legislazione).
Incentivi allassistenza: alla domanda
"Accanto alla tua motivazione interiore, quanto ritieni potrebbero influire i
seguenti incentivi verso un tuo impegno nel campo delle T.D." i Medici Generali hanno
privilegiato incentivi quali:
occasioni di aggiornamento e confronto con altre figure professionali (abbastanza/molto
importante 75% circa);
prospettive di facilitazione per lutilizzo di personale infermieristico in
ambulatorio (abbastanza/molto importante 54% circa).
È invece stata attribuita minore importanza a fattori quale lacquisizione di un
maggior prestigio professionale (poco/nulla importante 60% circa) o il ricorso ad
incentivi economici (poco/nulla importante 54%, abbastanza importante 27%, molto
importante 8%). |
Considerazioni conclusive |
Le risposte analitiche fornite dai questionari anonimi compilati dai Medici Generali
partecipanti alliniziativa, integrate dallesperienza personale degli Autori
del Corso e dalle risposte ed osservazioni raccolte nel corso dello svolgimento del
programma biennale sopra descritto hanno chiaramente evidenziato che il coinvolgimento
della Medicina Generale nel trattamento specifico dei problemi dei pazienti
tossicodipendenti è stato auspicato dalla gran parte dei partecipanti ai corsi i quali
hanno peraltro ribadito in modo pressoché unanime la necessità di procedere per tappe
successive e dando precise garanzie su alcuni rilevanti aspetti: 1. garanzia di formazione ed aggiornamento teorico-pratico
permanente sul problema delle tossicodipendenze e delle patologie correlate;
2. necessità di giungere allintegrazione
con professionisti diversi operanti nelle strutture specialistiche di riferimento, con
precisa definizione dei rispettivi ruoli e competenze;
3. garanzie circa la creazione ed il mantenimento
operativo ed efficiente di una "rete" assistenziale fatta da medici di famiglia,
internisti specializzati, psicologi, psichiatri, infermieri, assistenti sociali;
4. previsione di idonei supporti organizzativi e
professionali più che di soli incentivi economici;
5. superamento di alcuni ostacoli di natura
burocratica, amministrativa, legislativa. |
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