A distanza di quasi tre anni dall’inizio della pandemia da SARS-CoV-2, tutti noi medici di famiglia abbiamo avuto esperienza di pazienti che a seguito del COVID-19 hanno lamentato un eterogeneo corteo di sintomi di difficile inquadramento e gestione e di durata variabile da settimane a mesi e oltre.
Questa condizione di persistenza di sintomi, che può riguardare soggetti di qualunque età e con varia severità della fase acuta di malattia, è stata riconosciuta a livello internazionale e dall’OMS come una entità clinica specifica, denominata Long-COVID.
Sebbene l’ampiezza dello spettro sintomatologico renda complesso definirne quadro clinico ed epidemiologia, la condizione ha in alcuni casi un rilevante impatto clinico, che ha richiesto dal punto di vista della presa in carico appositi provvedimenti e stanziamenti e la creazione di percorsi locali di diagnosi e assistenza basati su un approccio multidisciplinare.
È apparso a tutti necessario quindi fornire raccomandazioni per la gestione dei pazienti affetti da Long-COVID che possano contribuire a standardizzare le attività dei centri clinici sul territorio nazionale.
In allegato il recentissimo documento dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che fornisce indicazioni ad interim sui principi di gestione del Long-COVID ed a cui abbiamo partecipato anche noi di SIMG.