Firenze, 29 novembre 2001 - “In questo momento – afferma Claudio Cricelli, presidente della SIMG nell’inaugurazione ufficiale del XVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale in corso a Firenze fino a sabato primo dicembre - sappiamo soltanto di essere alla vigilia di una profonda trasformazione delle regole di funzionamento del sistema di cure, ma non siamo in grado di prevedere quali effetti produrrà. Non lo sappiamo perché ancora non conosciamo i termini di queste regole: di che prestazioni avranno diritto i nostri pazienti, cosa potremo prescrivere, cosa potremo prescrivere nelle varie regioni, i Lea sono una novità…Noi apriremo il Congresso con una affermazione forte: qualunque cosa succeda, qualunque decisione politica venga presa, in qualsiasi regione, i medici generali italiani, e in particolare i medici della Simg, sono nella condizione ideale per fare in modo che qualunque processo di cura venga fatto al meglio. Ci assumiamo fino in fondo questa responsabilità, che è una responsabilità scientifica e professionale, sia di fronte alle istituzioni sia, soprattutto di fronte ai cittadini.
I medici possono essere più o meno contenti, possono anche non condividere le decisioni politiche, ma in ogni circostanza faranno il massimo affinché il livello delle cure sia il più alto possibile”. Nell’ultimo anno – prosegue Cricelli - la SIMG ha realizzato una straordinaria alleanza con i farmacologi italiani, che porterà alla creazione di strutture di studio del farmaco in tutti i suoi aspetti, compresi i possibili effetti negativi, per controllarli e prevenirli. In questo Congresso presenteremo inoltre i termini dell’accordo stretto con la Società Italiana di Andrologia per lo studio e la cura congiunta, sul territorio e nei centri ospedalieri, dei problemi andrologici dei nostri pazienti. Abbiamo stretto una alleanza con il Coordinamento Nazionale delle Persone Sieropositive (Gita) per la creazione di una rivista e l’organizzazione di una trentina di corsi in tutta Italia sul problema Aids, perché è giunta l’ora che il medico di medicina generale si riappropri di una patologia come l’Aids. Infine daremo conto di un’altra importante partnership, con il Polo di Ricerca Biomedica dell’Istituto San Raffaele di Roma, per la creazione del Centro Nazionale di ricerca in medicina generale. Per la prima volta in questo Paese i medici di famiglia avranno a disposizione propri laboratori di ricerca, centri di formazioni, creeremo delle scuole regionali di medicina generale”. “I medici di medicina generale – conclude il presidente della SIMG - sono protagonisti ma non centrali nel sistema: la centralità implica infatti che tutti gli altri ti ruotino intorno, mentre in qualunque sistema sanitario non esistono prevalenze ma livelli di collaborazione, esiste una condivisione delle cure che deve essere raggiunta attraverso un’intesa con tutte le categorie professionali. Non siamo al centro di nulla: siamo nel continuum delle cure e per questo vogliamo trovare accordi strutturali con gli specialisti per curare le persone all’interno degli ospedali, sul territorio, negli ambulatori". |
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