Claudio Cricelli, presidente dei medici di famiglia (SIMG): "Il nostro SSN è un vanto mondiale, ma si può migliorare: ai vertici servono scelte manageriali e non politiche”
Firenze, 25 giugno 2012 – Il 52% dei cittadini del nostro Paese assegna al Servizio Sanitario Nazionale un giudizio ottimo. Il 28% lo ritiene di buona qualità. Solo il 12% pensa invece che le prestazioni offerte dal SSN siano insufficienti. Malgrado la promozione a pieni voti, tre italiani su quattro sono convinti però che negli ultimi cinque anni tutto il sistema si sia indebolito. Quali sono le cause percepite? Tagli indiscriminati alla spesa (53%), corruzione e continui scandali (32%), scelte politiche e non manageriali, con conseguente poca meritocrazia (15%). È quanto emerge dal sondaggio promosso da "Il ritratto della salute NEWS”, il primo quotidiano on-line interamente dedicato alla prevenzione, con il bollino della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), inviato ogni mattina via e-mail agli italiani. Al questionario hanno risposto 3.462 persone. "Da anni il nostro Servizio Sanitario Nazionale occupa i primi posti nelle classifiche mondiali – commenta il dr. Claudio Cricelli, presidente SIMG –. È uno dei pochi che dà sempre la garanzia di curare tutti i cittadini, indipendentemente dal ceto sociale, senza bisogno di assicurazioni. Certo, come tutte le cose si può sempre migliorare. Registriamo infatti un crescente malcontento tra gli italiani, che si lamentano soprattutto dei tagli imposti alla spesa sanitaria. Effetti soprattutto della crisi, ma siamo convinti che si potrebbero comunque investire meglio le risorse, con una gestione più accorta dei finanziamenti. Questo è possibile però solo con una maggior meritocrazia nella scelta delle cariche manageriali. La risposta della SIMG è investire in appropriatezza e innovazione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte: oggi la medicina generale deve sempre più farsi carico delle carenze del sistema, come testimoniato dai dati del nostro Centro di Ricerca SISSI. Ciascuno di noi è responsabile della salute di una media di 1.114 assistiti e ci sono oltre 25 milioni di malati cronici cui dobbiamo garantire continuità di cura per ricoveri e prestazioni inutili: una parte degli esami diagnostici potrebbe essere razionalizzata, con un risparmio di risorse da reinvestire in altri settori critici dell’assistenza”.
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