Era ora che si procedesse a una revisione della governance del settore farmaceutico, perciò salutiamo con favore l'annuncio in tal senso del ministro della Salute, Giulia Grillo, che nei giorni scorsi ha presentato un documento con gli indirizzi per questa operazione. Tuttavia non possiamo nascondere le serie perplessità che ci nascono proprio dalla lettura di questo documento».
È così che Claudio Cricelli, presidente della Simg, la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, commenta il documento presentato lunedì 10 dicembre dallo stesso ministro della Salute sulla riorganizzazione del settore farmaceutico.
Il documento, infatti, «non fa cenno ad alcune questioni essenziali – sottolinea il presidente Simg - come, per esempio, il ruolo dei professionisti della medicina, a cominciare di medici di famiglia, che non sono minimamente coinvolti nelle scelte legate al Prontuario farmaceutico e alla registrazione dei farmaci. E la Medicina generale – aggiunge - sembra essere ancora una volta ignorata nella composizione degli organismi dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco».
Non solo: il documento appare fortemente orientato ad assegnare un controllo di tipo economicistico al Prontuario farmaceutico e «tutte le operazioni regolatorie che vengono effettuate sul farmaco – precisa Cricelli - non prendono mai in considerazione la “pesatura” del beneficio che la prescrizione del farmaco produce in termini sia di salute sia di risparmi economici. Insomma non c'è alcuna valutazione dell'impatto che le decisioni dell'Aifa possono avere sulla pratica clinica e sulla “produzione” di salute». E anche «il problema dell'allargamento dei registri per patologia alla Medicina generale è completamente ignorato».
Pertanto «ci auguriamo – auspica il presidente Simg – che, come preannunciato dal ministro, il documento “sarà oggetto di confronto con tutti i protagonisti del settore, non solo con le aziende, ma anche con i rappresentanti dei cittadini e delle associazioni dei pazienti”. E ci auguriamo anche con i medici e i professionisti della salute perché altrimenti sarà difficile raggiungere l'obiettivo indicato dallo stesso ministro, cioè la “costruzione di un nuovo sistema di regole per restituire ai farmaci la loro missione centrale: strumento di cura, attraverso cui realizzare i livelli essenziali di assistenza di cui abbiamo tutti diritto.