Abbiamo letto con inquietudine i dati comunicati ieri sulla mortalità evitabile nel nostro Paese e presentati nel corso di un Convegno in corso presso la Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori (Int) di Milano e promosso dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) in collaborazione con il gruppo Dompé Biotec.
Al di là di ogni altra considerazione noi consideriamo queste affermazioni pericolose per i seguenti motivi:
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Non viene comunicato il metodo attraverso il quale si giunge a tali stime. I metodi applicabili sono quelli scientifico, sociale, giuridico, economico, giornalistico. L’unico metodo che noi siamo in grado di applicare è quello scientifico.
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Questi dati non sono dunque per ora controllabili e sono sottratti al giudizio della comunità scientifica del nostro Paese.
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Le stime , le segnalazioni e le proiezioni non sono utilizzabili per la creazione di un dato scientifico così rilevante.
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Che di dato scientifico si debba trattare è evidente per il fatto che si tratta di processi clinici , che si svolgono all’interno di processi di cura e di strutture sanitarie , coinvolgendo l’appropriatezza o la non appropriatezza dei medici e dei sanitari.
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Non ci risulta alcuna ricerca sistematica e scientifica che possa aver prodotto questi risultati .
I medici di famiglia assistono tutta la popolazione italiana e costituiscono un eccellente osservatorio per analizzare le cause dei decessi e le eventuali inappropriatezze ad essi collegate , nonché le doglianze degli interessati e delle famiglie. Tutti i decessi rientrano per definizione nell’ambito della nostra osservazione A noi questi dati non risultano. L’inusuale inappropriatezza del metodo applicato a questa notizia ingenera confusione , sospetto e sfiducia nei cittadini . Nessuno sa se tali sentimenti siano fondati o meno visto che la palese inadeguatezza del metodo impedisce di sapere se questi dati siano veri o falsi. Chiediamo dunque di conoscere con urgenza le basi dei dati consultate, le fonti di provenienza dei dati ed il metodo applicato per giungere a tali risultati. Non abbiamo alcun dubbio sulla esigenza di evitare sofferenze e decessi evitabili e siamo impegnati nel prevenire ed abbassare il tasso di errori delle strutture sanitarie e dei medici . Questo tuttavia è un processo che si svolge all’interno della comunità scientifica e dell’organizzazione sanitaria che hanno l’obbligo di applicare rigorosamente il metodo della ricerca scientifica e sociale.
Claudio Cricelli
Presidente Nazionale SIMG