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La SIMG Contro il Giro di Vite sugli Esami Diagnostici

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COMUNICATO STAMPA

LA SIMG CONTRO IL GIRO DI VITE SUGLI ESAMI DIAGNOSTICI
‘COSI SI RISCHIA DI CREARE UNA “MEDICINA ASTENSIVA”’

Il presidente Claudio Cricelli: “Il criterio economico non può guidare la nostra politica sanitaria. Scioperi o altre forme di protesta però non servono. L’appropriatezza deve essere stabilità solo su basi scientifiche”

 

Roma, settembre 2015 – “Il nuovo giro di vite del Governo sugli esami diagnostici rischia di portare da una medicina difensiva ad una astensiva”. È questo l’allarme lanciato dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) dopo l’annuncio del Ministero della Salute di risparmiare 13 miliardi tramite il Decreto Appropriatezza e la lotta ai presunti esami inutili.  “Dall’eccessiva prescrizione di test dettati dalla paura di una denuncia di un paziente si passerà all’astensione per il timore di una multa da parte delle autorità sanitarie - spiega il dott. Claudio Cricelli presidente SIMG -. I professionisti della salute devono invece poter svolgere liberamente il proprio lavoro”. “Il criterio economico del risparmio non deve essere l’unico parametro che può guidare la politica sanitaria del nostro Paese - aggiunge Cricelli -. Proclamare, o minacciare, scioperi o altre forme di protesta eclatanti non rappresenta però una soluzione. Tutta la comunità medica e scientifica deve rimboccarsi le maniche e capire che ci troviamo davanti ad una grande sfida: garantire la migliore assistenza sanitaria possibile nonostante le sempre minori risorse a disposizione”. “Chiediamo quindi al Governo norme che tutelino la nostra libertà di professione – conclude il presidente SIMG -. Ma al tempo stesso se non vogliamo essere presentati come sperperatori di denaro pubblico è necessario rivedere alcune consuetudini. L’appropriatezza di un esame deve essere stabilita solo ed esclusivamente su basi scientifiche. Per incentivare questa pratica è necessario investire sulla preparazione e l’aggiornamento dei medici di famiglia e di tutto il personale sanitario. In questo modo è possibile garantire sia i risparmi che la salute dell’intera collettività”.

 

Ufficio stampa
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