I farmaci equivalenti hanno contribuito in molti Paesi Europei, come il Regno Unito e la Germania, e in maniera sostanziale a riequilibrare la spesa sanitaria per la farmaceutica senza intaccare la qualità del sistema di cura. Anche nel nostro Paese, sia pur con ritardo, il farmaco equivalente rappresenta oramai una realtà consolidata, nonostante una quota di mercato ancora molto bassa (circa il 10%) rispetto al totale della spesa per farmaci. Infatti in alcuni Paesi del bacino UE tale quota raggiunge e supera anche il 60% (es. Danimarca).
In Italia, molte leggi sono state promulgate per promuovere la diffusione del farmaco equivalente, anche se in alcuni casi (come il Decreto-Legge del 24 gennaio 2012 che dava facoltà ai farmacisti di sostituire i farmaci prescritti dai MMG purchè generici col prezzo più basso) hanno moltiplicato i problemi, generando malcontento tra i medici e confusione tra i pazienti. Ma forse ciò che è veramente mancato a danno dei farmaci equivalenti è stata una politica di sostegno culturale, centrata sulla corretta informazione ai cittadini oltre che di convincimento “scientifico” dei medici prescrittori basato sulla formazione e sulla discussione nei luoghi appropriati.
Una recente indagine ha stabilito che il 95% della popolazione italiana è a conoscenza dell’esistenza dei farmaci equivalenti e che la maggior parte delle persone considera la qualità dell’ equivalente uguale a quella del brand. Fa eccezione la fascia d’età >70nni che per il 57% considera il farmaco Equivalente di qualità inferiore.
Per quanto riguarda invece l’informazione circa i farmaci equivalenti, la stessa indagine ha stabilito che solo il 14,2% dei pazienti è informato dal suo MMG mentre il farmacista è il driver principale in ben il 49% dei casi. Il medico pertanto diventa sempre meno il punto di riferimento per il paziente in merito alla informazione e alla scelta finale del farmaco equivalente.
Per tutti questi motivi si è deciso di attuare il progetto Con.Ter, realizzato con il contributo incondizionato di Zentiva - Gruppo Sanofi, con i seguenti obiettivi:
- Indagare le cause, le modalità per le quali all’interno del flusso prescrittivo si verificano switch terapeutici (brand -> equivalente e equivalente brand -> equivalente brand)
- Capire chi sono i veri driver decisionali che orientano circa l’uso degli equivalenti
- Analizzare l’impatto che tale flusso decisionale ha in termini economici, di continuità terapeutica, e di rischio circa la possibilità di errori\difficoltà gestionali utilizzando alcuni indicatori di processo ed esito (non clinici)
- Analizzare le conseguenze di queste scelte (comunque determinate) con alcuni indicatori economici e di processo o esito (non clinici)
- Indagare le aspettative del paziente in seguito alla scelta\uso di un farmaco equivalente
- Migliorare le conoscenze dei MMG circa la sicurezza ed efficacia dei farmaci equivalenti mediante un corso FAD dedicato.
I risultati attesi del progetto sono:
- Aumentare le conoscenze dei MMG circa le caratteristiche e l’affidabilità\sicurezza dei farmaci generici.
- Incentivare la prescrizione dei farmaci equivalenti di qualità.
- Migliorare la comunicazione MMG\paziente circa la sicurezza e affidabilità dei farmaci generici per orientarne le scelte.
- Aumentare l’autorevolezza dei MMG affinché essi si riapproprino della titolarità nella scelta terapeutica e prescrittiva dei farmaci generici.
- Favorire la scelta consapevole e motivata da parte dei cittadini dei farmaci equivalenti.
- Ridurre gli errori\difficoltà gestionali e\o la riduzione dell’aderenza ai trattamenti cronici causati da inopportuni «switch» terapeutici non clinicamente necessari.
- Favorire la continuità terapeutica nei malati cronici.