17 ottobre 2022
La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG - ribadisce l’importanza di una tempestiva diagnosi di COVID-19 soprattutto nei pazienti a rischio alto di sviluppare forme gravi di malattia ma anche di avviare idonee terapie e monitoraggi nei pazienti paucisintomatici applicando le evidenze scientifiche e di buona pratica clinica
In campo COVID-19 restano tutt’oggi fondamentali le misure di prevenzione basate sulla vaccinazione e sulle precauzioni individuali, oggetto di documenti condivisi con altre società scientifiche e Istituzioni nazionali e già fornite in precedenti comunicati
L’aumento dei contagi nelle ultime settimane ha posto nuovamente il medico di famiglia di fronte a dover attuare le scelte migliori per la gestione dell’infezione da SARS-CoV-2 a domicilio. I sintomi generalmente lievi che caratterizzano i pazienti vaccinati colpiti dalla variante Omicron-5, attualmente in circolazione, stanno moltiplicando il numero dei soggetti a cui prestare attenzione, a molti dei quali sono sufficienti rimedi sintomatici per la propria positività.
I PROCLAMI DI SIMG per contrastare i sintomi più lievi ma molto fastidiosi delle infezioni virali intercorrenti e attuali, con attenzione particolare al COVID-19 e all'influenza, sono stati ancora una volta, aggiornati, emanati e diffusi in recenti webinar che hanno visto anche la partecipazione di illustri esponenti dell'Istituto Superiore di Sanità e noti esperti economisti, infettivologi e immunologi. Le raccomandazioni di SIMG si basano sulla verifica di evidenze scientifiche derivanti a loro volta dalla valutazione e confronto ripetuto dei risultati di studi clinici controllati – sottolinea il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG - . Ne conseguono indicazioni e comportamenti chiari che ribadiscono l’appropriatezza prescrittiva non solo all’utilizzo di farmaci in conformità con le indicazioni registrate, ma anche al dosaggio ed ai tempi di somministrazione, considerando non per ultimi gli aspetti amministrativi e normativi. Da evitare soprattutto l’uso improprio di antibiotici, cortisonici ed ossigeno in assenza di chiare necessità cliniche, quasi sempre necessitanti di ricovero ospedaliero.
Restano pertanto attuali le indicazioni fornite con i documenti di raccomandazione prodotti alcuni mesi fa e che vedono l’intervento prescrittivo del medico in base a decisioni di tipo clinico. L’evoluzione delle caratteristiche dell’infezione, unitamente ad una più approfondita conoscenza del virus e dei fattori di rischio individuali di sviluppare forme più gravi di malattia (utilissimo a tal riguardo l’applicatvo HS-CoVI(Vulnerability Index)d) presente in alcuni software della medicina generale), comportano nell’insieme una ricaduta importante sul medico di famiglia della responsabilità prescrittiva, il quale dovrà optare sempre più per soluzioni terapeutiche ad personam.
In particolare, se da un lato l’astensione terapeutica ed il monitoraggio del caso sono raccomandati di fronte ad un paziente completamente privo di sintomi, l’utilizzo di farmaci per combattere i sintomi più frequenti risulta essere rapidamente efficace – ribadisce il dott. Ignazio Grattagliano, responsabile attività COVD-19 di SIMG -. Tra questi il paracetamolo per contrastare febbre, cefalea, artro-mialgie, i FANS (ketoprofene, ibuprofene, morniflumato ,...) validi contro lo stato flogistico sistemico del COVID-19 ed in presenza delle frequenti forme infiammatorie localizzate della faringe e laringo-tracheali, laddove risultano particolarmente utili anche insieme a formulazioni topiche (colluttori), gli antitussigeni, i lavaggi nasali. Nei soggetti ad alto rischio, soprattutto se con vaccinazione non effettuata o non aggiornata con ultimi richiami, l’avvio precoce alle terapie specifiche con antivirali e anticorpi monoclonali di ultima registrazione permette nella stragrande maggioranza di casi di evitare ricoveri e decessi.
In conclusione, di fronte ad un qualunque soggetto che presenti un sospetto di COVID-19, l’infezione deve essere accertata con tampone ed il paziente subito inquadrato in base ai suoi fattori di rischio. Ne consegue la decisione del medico di trattare il paziente con validi farmaci sintomatici o avviare le prescrizioni di antivirali specifici/anticorpi monoclonali consentendo così una efficace gestione domiciliare del COVID-19 ed un ridotto aggravio sulle finanze del SSN.