Page 14 - Rivista SIMG 2 - 2023
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Gestione della sindrome coronaria acuta nella popolazione anziana: recenti dichiarazioni dell’American Heart Association
ma ad una discrepanza tra apporto e fab- Procedure di rivascolarizzazione anziano in quanto in grado di compro-
bisogno di ossigeno (infarto di tipo 2). E’ Sebbene i rischi siano maggiori rispetto ai metterne l’efficienza fisica, l’autonomia,
il caso, per esempio, della ipotensione e/o soggettivi giovani, l’intervento coronarico le funzioni cognitive e questo pone dei
della disidratazione causate da uno stato percutaneo o la chirurgia di rivascolarizza- problemi rilevanti nell’assumere decisioni
settico o da diarrea profusa, da anemia, zione possono essere utili in pazienti an- cliniche o assistenziali.
da ipossia causata da patologie polmona- ziani selezionati con coronaropatia estesa. In questo contesto diviene spesso neces-
ri croniche o da una infezione polmonare sario adottare un approccio di tipo riabi-
acuta, da una aritmia persistente, da ria- Approccio multidisciplinare, litativo e/o palliativo, evitando interventi
cutizzazione dello scompenso cardiaco. riabilitativo, palliativo che non comportino un reale beneficio in
Tutte queste condizioni devono essere I piani di cura del paziente dovrebbero es- termini di qualità della vita.
valutate attentamente, anche per il rischio sere personalizzati, con il contributo di un
che possano determinare una sofferenza team multidisciplinare che può includere
ischemica del cuore. cardiologi, chirurghi, geriatri, medici di Bibliografia
famiglia, nutrizionisti, assistenti sociali e 1. Damluji AA, et al. Management of acute
Gestione “personalizzata” familiari/care-giver. E’ fondamentale una coronary syndrome in the older adult
della terapia buona comunicazione tra il team ospeda- population: a scientific statement from the
La terapia della cardiopatia ischemica liero e quello territoriale. American Heart Association. Circulation
nell’anziano richiede una gestione più pru- La SCA può determinare una svolta im- 2023;147:32-62. https://pubmed.ncbi.nlm.
dente, con incrementi posologici progres- portante nel percorso di vita del paziente nih.gov/36503287/
sivi, effettuati cautamente monitorando
diversi parametri clinici, procedura nella
quale il MMG è necessariamente coinvol-
to.
D’altra parte, una costante attenzione
all’efficacia e alla tollerabilità dei tratta-
menti, spesso in un contesto di plurite-
rapia, comporta la necessità di valutare
anche l’opportunità di effettuare una ridu-
zione della posologia o la deprescrizione di
alcuni farmaci, tenendo anche conto degli
obiettivi e delle preferenze del paziente.
Oltre a queste importanti considerazio-
ni di carattere generale, il documento dei
cardiologi americani fornisce anche indi-
cazioni specifiche relative ad alcune classi
di farmaci.
• Anti-aggreganti: é preferito il clopido-
grel per il minore rischio di sanguina-
mento rispetto a ticagrelor o prasugrel
per i pazienti con STEMI, l’uso di tica-
grelor è considerato ragionevole.
• Beta-bloccanti: sono particolarmente
utili per il loro effetto anti-ischemico
e anti-aritmico, tuttavia sono da usare
con maggiore attenzione e gradualità
posologica per i possibili effetti collate-
rali (bradicardia severa, astenia).
• Ipocolesterolemizzanti: una recente
meta-analisi ha confermato che la ri-
duzione delle LDL comporta benefici
di uguale misura nei soggetti di età >75
anni, inoltre dati recenti non hanno
confermato la possibilità che gli agenti
ipocolesterolemizzanti possano essere
ritenuti responsabili di un decadimento
cognitivo.
• Farmaci attivi sul sistema renina-an-
giotensina-aldosterone: sono efficaci e
generalmente ben tollerati a condizione
che siano monitorate pressione arterio-
sa e potassiemia, soprattutto nelle pri-
me 12 settimane.
Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 2 • 2023 13