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Gestione della sindrome coronaria acuta nella popolazione anziana: recenti dichiarazioni dell’American Heart Association



          ma ad una discrepanza tra apporto e fab-  Procedure di rivascolarizzazione  anziano  in  quanto  in  grado  di  compro-
          bisogno di ossigeno (infarto di tipo 2). E’   Sebbene i rischi siano maggiori rispetto ai   metterne l’efficienza fisica, l’autonomia,
          il caso, per esempio, della ipotensione e/o   soggettivi giovani, l’intervento coronarico   le funzioni cognitive e questo pone dei
          della disidratazione causate da uno stato   percutaneo o la chirurgia di rivascolarizza-  problemi rilevanti nell’assumere decisioni
          settico o da diarrea profusa, da anemia,   zione possono essere utili in pazienti an-  cliniche o assistenziali.
          da ipossia causata da patologie polmona-  ziani selezionati con coronaropatia estesa.  In questo contesto diviene spesso neces-
          ri croniche o da una infezione polmonare                                sario adottare un approccio di tipo riabi-
          acuta, da una aritmia persistente, da ria-  Approccio multidisciplinare,   litativo e/o palliativo, evitando interventi
          cutizzazione dello scompenso cardiaco.   riabilitativo, palliativo      che non comportino un reale beneficio in
          Tutte queste condizioni devono essere   I piani di cura del paziente dovrebbero es-  termini di qualità della vita.
          valutate attentamente, anche per il rischio   sere personalizzati, con il contributo di un
          che possano determinare una sofferenza   team multidisciplinare che può includere
          ischemica del cuore.                cardiologi, chirurghi, geriatri, medici di    Bibliografia
                                              famiglia, nutrizionisti, assistenti sociali e   1. Damluji AA, et al. Management of acute
          Gestione “personalizzata”           familiari/care-giver. E’ fondamentale una   coronary syndrome in the older adult
          della terapia                       buona comunicazione tra il team ospeda-  population: a scientific statement from the
          La terapia della cardiopatia ischemica   liero e quello territoriale.    American Heart Association. Circulation
          nell’anziano richiede una gestione più pru-  La  SCA  può  determinare una  svolta  im-  2023;147:32-62. https://pubmed.ncbi.nlm.
          dente, con incrementi posologici progres-  portante nel percorso di vita del paziente   nih.gov/36503287/
          sivi, effettuati cautamente monitorando
          diversi  parametri  clinici,  procedura  nella
          quale il MMG è necessariamente coinvol-
          to.
          D’altra parte, una costante attenzione
          all’efficacia e alla tollerabilità dei tratta-
          menti, spesso in un contesto di plurite-
          rapia, comporta la necessità di valutare
          anche l’opportunità di effettuare una ridu-
          zione della posologia o la deprescrizione di
          alcuni farmaci, tenendo anche conto degli
          obiettivi e delle preferenze del paziente.
          Oltre a queste importanti considerazio-
          ni di carattere generale, il documento dei
          cardiologi americani fornisce anche indi-
          cazioni specifiche relative ad alcune classi
          di farmaci.
          •  Anti-aggreganti: é preferito il clopido-
           grel per il minore rischio di sanguina-
           mento rispetto a ticagrelor o prasugrel
           per i pazienti con STEMI, l’uso di tica-
           grelor è considerato ragionevole.
          •  Beta-bloccanti:  sono  particolarmente
           utili per il loro effetto anti-ischemico
           e anti-aritmico, tuttavia sono da usare
           con maggiore attenzione e gradualità
           posologica per i possibili effetti collate-
           rali (bradicardia severa, astenia).
          •  Ipocolesterolemizzanti: una recente
           meta-analisi ha confermato che la ri-
           duzione delle LDL comporta benefici
           di uguale misura nei soggetti di età >75
           anni,  inoltre  dati recenti  non hanno
           confermato la possibilità che gli agenti
           ipocolesterolemizzanti possano essere
           ritenuti responsabili di un decadimento
           cognitivo.
          •  Farmaci attivi sul sistema renina-an-
           giotensina-aldosterone: sono efficaci e
           generalmente ben tollerati a condizione
           che siano monitorate pressione arterio-
           sa e potassiemia, soprattutto nelle pri-
           me 12 settimane.
          Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 2 • 2023                                             13
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